Io personalmente attraverso questa mia passione poi divenuta lavoro, ho avuto la possibilità di essere ospitato da terreni abbastanza fertili che mi hanno accolto, insegnato tradizioni meravigliose che ad oggi ricordo e sicuramente fanno parte di ciò come persona sono in primis e che poi cerco appunto di andare a utilizzare (ma non snaturandone le fonti che mi hanno arricchito) dopo per l'arte alla quale mi sono votato. Per esempio una terra per la quale ho perso il cuore o forse lo avrò ritrovato è la Sardegna, ma quella però interna, la Barbagia che andandoci per lavoro mi sono avvicinato poi realmente, dovevo, umanamente a comprendere la sua artigianalità, i suoi giochi, la sua danza, i suoi canti, le sue maschere e i suoi volti, i suoi costumi, il suo lutto e la sua gioia per poter veramente essere credibile in scena ma soprattutto per tornare a casa e sentirmi vivo, perchè si è vero noi facciamo questo lavoro, passione prima che ci salva, ci fa sopravvivere ma poi dobbiamo capire che in questo lavoro, in questa arte che non ci siamo scelti del tutto credo ma che è arrivata per testimoniare a nostro modo una forma d'amore possiamo e dobbiamo avere come fine ultimo una crescita e solo attraverso l'ascolto di ciò che attorno spira, si illumina possiamo essere uomini prima ed essere dopo comunque "artisti" raggiungibili e non il contrario. Un'altra esperienza che mi ha fatto apprezzare il terreno sul quale sono nato è quella avuta qui in Puglia nella parte del Salento, anche qui scelto per ciò che di mio so dire con il corpo ma poi però per richieste grate del progetto mi sono avvicinato a ciò che di popolare c'è e che ripeto distante non è, anzi ogni danza ha il suo punto in comune, i passi sono quelli e l'intenzione che può cambiare … e questo magari per aggiungere come fra tutti noi non ci sono del tutto diversità sociali perchè oltre al lavoro, alla famiglia di nascita con proprietà o meno annesse, a nudo rimane un corpo e il corpo ha comunque la sua espressione che se in forma non simile alla mia per esempio, ma nel sentire non si allontana per nulla, perchè quello è l'amore, quello è l'odio e tutti comunque proviamo gli stessi sentimenti. Ammiro le feste tutte tradizionali, come ad esempio la Desolata qui a Canosa di Puglia, un grande insieme di donne, con il capo coperto, sono simili agli occhi degli altri e ne leggiamo la loro forza semplicemente da un gesto bellissimo che per tutta la processione come oro possiedono "il prendersi per mano e guidarsi" e poi da un canto di dolore come lo Stabat Mater che tutte intonano e solo nella loro intimità sanno il come lo intonano ma a noi altri spettatori non ci deve interessare altro se non l'amore per un figlio perso. Ma sono anche interessanti le Focare, i falò. Un'altra processione meravigliosa ma non per il suo peregrinare avanti, dietro, attorno al Santo ovvero San Rocco di Montpellier qui a Casamassima, ma meravigliosa per la ricchezza del Santo, vestito di tante collanine di oro, bracciali appunto dei fedeli ma questo per intenderci che crea una preziosità agli occhi di chi lo ammira, una preziosità che va oltre a quel luccichio materiale di importanza che conosciamo, perchè ci fa avvicinare se lo vogliamo a cosa una persona è disposta, a come una persona si aggrappa per sentirsi o volersi sentire salvo, immune, AMATO sopratutto.