Come coreografa sono interessata al gesto rituale, tramandato, corale.
Mi piacerebbe lavorare con i gesti antichi e con le danze popolari passandole sotto la lente del contemporaneo, per sperimentare nuovi linguaggi.
Come scambio fra gli artisti e la popolazione del luogo propongo di creare una danza collettiva coinvolgendo gli abitanti, sopratutto i ragazzi, in modo che scoprano antiche tradizioni della loro terra, raccontate però con un linguaggio che possano capire, più vicino alla loro età.
Questa danza si potrà poi evolvere in una parata carnevalesca che attraversi le vie del paese, massima espressione della ritualità popolare, accompagnata da musica o da canzoni o filastrocche: coinvolgere il paese in questa festa polimorfa, dionisiaca che tradizionalmente rappresenta l’eccesso prima del periodo di ristrettezze che è la Quaresima.